Lettere della famiglia Mozart

 284. LEOPOLD MOZART ALLA MOGLIE, SALISBURGO

À Madame / Madame Marie Anne / Mozart / à / Salzbourg / per Mantova / Insprugg
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Milano, 13 feb. 1773.

Oggi naturalmente non ho ricevuto alcuna lettera da te, giacché ti ho detto molto tempo fa di non scrivermi più a Milano. Ma quando ti tocca un accidente, non c`è modo di evitarlo, ne ho mille prove. Il mio Revmatismus, che si è spostato nella spalla destra, vi si è insediato in modo assai più ostinato di quanto non fosse quello che avevo alla coscia e alle ginocchia. Non ho nemmeno potuto curarlo allo stesso modo perché, stando a letto in una stanza gelida, le gambe si possono tenere al caldo assai meglio delle spalle. Anzi, ho costantemente temuto che mi riprendesse nelle stessa terribile maniera di 10 anni fa, quando ho avuto quegli atroci dolori a entrambe le spalle per ben 14 settimane.
Grazie a Dio, spero che non si arrivi a questo punto giacché i dolori hanno già cominciato a diminuire; ma non posso usare il braccio destro e, dal momento che il Wolfg. non è in grado di fare molto per me e neppure per se stesso, puoi facilmente immaginarti che razza di commedia sia in atto.
Avrei voluto scrivere a Sua Ecc. Ill.ma il sig. Maggiordomo maggiore pregandolo umilmente di scusarci presso Sua Grazia il Princ. per il ritardo nel nostro ritorno a Salisb., ma ti assicuro che non sono in condizione di scrivere una sola riga ragionevole o sensata senza che la testa mi vada in fiamme, e non posso scrivere neanche poche righe con eleganza. Cerca dunque un`occasione per rivolgere la nostra umilissima preghiera a Sua Ecc. Ill.ma e assicurargli che partiremo il più presto possibile. Del resto devi anche sapere che da 8 giorni in questa zona è caduta una massa di neve spaventosa, che, trasformandosi subito in fango e acqua, ha reso le strade così impraticabili che i postali di oggi non sono arrivati e quelli che sarebbero dovuti giungere ieri sono arrivati solo stasera, ossia con un intero giorno di ritardo. Coloro che a Salisb. s`immaginano che qui ci tratteniamo più a lungo per diletto si sbagliano di grosso, giacché siamo spiacentissimi di non poterci esibire con le maschere che avevamo ideato e concepito a Salisb. Con il mio Revmatismus avrei potuto rappresentare il diavolo gobbo con la massima naturalezza1.
Il sig. Leutgeb è arrivato 8 giorni fa, la sera tardi. La domenica successiva è venuto a trovarci. Poi non l`ho più visto per 2 giorni perché abita presso il pittore, il sig. Martin Knoller, dove non paga nulla per l`alloggio, a un buon quarto d`ora circa di distanza da casa nostra. Finora ha sistemato piuttosto bene i propri affari e qui racimolerà un bel po` di danaro giacché ha un successo straordinario, e, se avrà luogo il concerto che i gentiluomini vogliono organizzare per lui, scommetto che ne ricaverà 100 Cigliati sull`unghia. Anche l`Arciduca vuole ascoltarlo.
Sono stanco di tenere la penna, la testa mi si riscalda, mani e piedi sono freddi, devo dunque chiudere. Porgiamo omaggi a tutti i buoni amici e alle amiche, vi baciamo mille e 1000 volte e sono il vecchio Mzt

Ti raccomando ancora una volta di non scrivermi, perché, non appena recupero l`uso del braccio, partiamo.
Stiamo inzuccherando il copista affinché ci consegni lo Spartito dell`opera di Wolfg. in modo da poterlo portare a casa con noi.2 Bisogna ancora vedere se saremo così fortunati.


1 Secondo MBA, V, p. 329, un riferimento al Singspiel di Joseph Haydn Der krumme Teufel del 1751. È tuttavia più verosimile che Leopold alluda a una versione tedesca della commedia Le diable boiteux di Florent Carton Dancourt (1707) servita di modello per l`opera di Haydn. La commedia fu rappresentata ad esempio a Vienna nel 1738 e a Norimberga nel 1748. Non si ha evidenza che l`opera di Haydn sia stata eseguita spesso, né che sia stata eseguita a Salisburgo; si veda Badura-Skoda, «The Influence of Viennese Popular Comedy on Haydn and Mozart».
2 Si veda di nuovo il commento di Leopold nella lettera 233 a proposito dell`abitudine dei copisti di trattenere gli originali quanto più a lungo possibile per continuare a lucrarci sopra. Nel caso del K 135, l`autografo (oggi alla biblioteca Jagellonica di Cracovia, segnatura Mus. mss. W. A. Mozart KV135) fu in un certo momento in possesso dall`editore di Offenbach Johann Anton André, che lo acquistò dall`eredità di Wolfgang.


Si prega di utilizzare il seguente riferimento quando viene citato questo sito:
Eisen, Cliff e Rebulla, Patrizia Lettere della famiglia Mozart, lettera 284 <https://www.mozartiana.org> v. 1.107, pubblicato da Il Saggiatore, 2022. Consultato il 10/11/2025.

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Salisburgo (Austria)   
Arcidiocesi di Salisburgo - Sacro Romano Impero


Città e arcidiocesi sulle rive del fiume Salzach; capoluogo della provincia omonima e luogo natale di Mozart. Le sue origini moderne - successive alla caduta dell`Impero Romano - risalgono alla fondazione, nel 696, dell`abbazia di San Pietro da parte di San Ruperto da Worms, e della cattedrale di San Vigilio nel 774. Durante la vita di Mozart, Salisburgo era un`arcidiocesi indipendente, parte del Sacro Romano Impero, e fu governata da due arcivescovi: Siegmund Christoph conte di Schrattenbach (in carica dal 1753 al 1771), primo datore di lavoro di Mozart, e Hieronymus Colloredo (in carica dal 1772 al 1803). Mentre Schrattenbach era un prodigo sostenitore della musica di corte, Colloredo, al contrario, si occupò piuttosto di riformare la liturgia, l`istruzione e il fisco.
Alla musica di corte provvedevano quattro gruppi indipendenti e distinti: i musicisti di corte veri e propri, che si esibivano nella cattedrale, all`Università Benedettina e a corte; i «trombettieri di corte e di campo», che insieme ai timpanisti (di norma dieci trombettieri e due timpanisti) suonavano sia nella cattedrale che a corte provvedendo alle fanfare prima dei banchetti o di altre importanti funzioni civiche; la cappella della cattedrale (Dommusik), formata dai diaconi coristi (Domchorvikaren) e dai coristi (Choralisten), che si esibiva nella cattedrale; e il coro di voci bianche della Cappella (Kapellhaus), che si esibivano anch`essi nella cattedrale ed erano istruiti dai musicisti di corte. Il compito principale dei musicisti di corte era di provvedere, insieme alla cappella della cattedrale e al coro di voci bianche, alla musica nella cattedrale. Nelle occasioni più solenni, i musicisti erano una quarantina o più, numero che veniva ridotto nelle occasioni minori. In aggiunta ai servizi di corte o nella cattedrale, i musicisti di corte si esibivano all`Università Benedettina, dove erano regolarmente allestiti drammi scolastici. Si trattava in origine di rappresentazioni in prosa di stampo pedagogico appositamente concepite dai benedettini, che nel corso del Seicento si erano evolute verso forme operistiche. Il solo contributo di Mozart al genere fu Apollo et Hyacinthus K 38 del 1767. L`Università Benedettina di Salisburgo promuoveva la produzione musicale sia formale che informale, comprese le opere orchestrali su larga scala eseguite in occasione delle cerimonie di laurea di agosto, alle quali Mozart contribuì con le serenate K 203, K 204 e K 320.
Altre istituzioni salisburghesi importanti includevano l`arciabbazia di San Pietro, il monastero femminile di Nonnberg e il Teatro arcivescovile di corte. La musica per le occasioni pubbliche includeva fanfare delle guardie civiche, spesso ingaggiate per suonare ai matrimoni, e bande militari che suonavano durante le marce delle guarnigioni cittadine. Anche i privati cittadini - inclusi i musicisti di corte al di fuori dei loro impegni ufficiali - si dilettavano attivamente in ruoli musicali. Erano frequenti le composizioni in occasione di onomastici e le serenate per celebrare matrimoni - come la serenata K 250 Haffner di Mozart - così come erano frequenti le esecuzioni domestiche. Sia all`interno che all`esterno del principato, mantenevano stretti contatti con la corte di Salisburgo e i suoi musicisti numerose istituzioni musicali, fra le quali in particolare il monastero benedettino di Michaelbuern e il monastero benedettino di Lambach. Bibl.: Birsak e König, Das grosse Salzburger Blasmusik; Dahms, «Das musikalische Repertoire des Salzburger Fürsterzbischöflichen Hoftheaters (1775-1803)»; Eisen, «Salzburg under Church Rule»; Dopsch, Geschichte Salzburgs; Eisen, «Mozart`s Salzburg Orchestras»; Schmid, Mozart und die Salzburger Tradition; Schneider, Geschichte der Musik in Salzburg.